20 marzo 2009
500mila euro sequestrati a Fitto
La sesta sezione penale della Cassazione ha confermato il sequestro di 500mila euro disposto nel luglio scorso dal tribunale del riesame di Bari nei
confronti del ministro per gli affari Regionali Raffaele Fitto. Questa somma, nel 2004, venne depositata da Fitto, all'epoca coordinatore regionale di Forza Italia, sui conti de 'La Puglia prima di tutto'. Questo denaro, secondo l'accusa, sarebbe stato versato al movimento politico di Fitto dall'imprenditore romano
Giampaolo Angelucci.
La Procura generale della Cassazione, rappresentata da Oscar Cedrangolo, aveva chiesto la conferma del sequestro di 500 mila euro depositati sul conto di 'La Puglia prima di tutto' nel 2004, dal ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, all'epoca coordinatore regionale di Forza Italia in Puglia.
Il sostituto procuratore generale Cedrangolo aveva inoltre chiesto che sia "ampliato il titolo del sequestro", in parziale accoglimento di quanto sostenuto dalla Procura di Bari, titolare dell'inchiesta nella quale Fitto, insieme all'imprenditore romano Giampaolo Angelucci, è indagato per corruzione con l'accusa di aver preso una tangente di 500 mila euro a favore del suo movimento politico, in cambio di appalti nella sanità. In pratica, il Pg ha chiesto il rigetto del ricorso presentato dal legale di Fitto, avvocato Francesco Paolo Sisto (eletto parlamentare con Forza Italia) e il parziale accoglimento del ricorso della Procura barese.
"La somma di 500 mila euro va restituita al ministro Fitto, perchè all'imprenditore Angelucci è stato già sequestrato tutto l'importo fonte di illecito. E voglio ricordare che i conti di 'La Puglia prima di tutto' sono regolari e hanno superato positivamente il controllo della Corte dei Conti, quindi vuol dire che non ci è finito denaro di provenienza sospetta", ha detto l'avvocato Francesco Paolo Sisto, difensore del ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, al termine dell'udienza.
E' stato lo stesso legale di Fitto, avvocato Sisto, a rendere note le richieste avanzate dal Pg Cedrangolo al termine dell'udienza a porte chiuse da poco conclusasi innanzi alla Sesta sezione penale della Cassazione. La decisione dei supremi giudici si dovrebbe conoscere entro venerdì.
La Repubblica