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02 marzo 2009

- TAVOLO VERDE: AGIRE ORA PER L’AGRICOLTURA



MASSAFRA – Dopo aver fatto tappa a Policoro in Basilicata il Tavolo Verde, l’associazione spontanea nata in difesa dell’agricoltura, si sposta a Massafra. E ospita tra gli altri relatori, l’Assessore Regionale all’Agricoltura Enzo Russo assieme ai leader storici del movimento Paolo Rubino, ex parlamentare e Franco Parisi, un professore da sempre anima del movimento. La questione centrale è quella di sempre: i contributi agricoli che si abbattono come una mannaia sulle imprese diretto-coltivatrici. Una questione che fa tutt'uno con il basso reddito degli agricoltori marginalizzati e senza difesa. Spicca ancora una volta l’assenza delle principali organizzazioni di categoria, oramai auto-ridottesi a patronati. Le tenaglie dell’INPS e di Equitalia in cerca di contributi agricoli passati e presenti si stringono quando i prezzi dopo un anno di lavoro e di investimenti crollano. Nessuno ne è scandalizzato, mentre qualsiasi coltura è diventata poco remunerativa. E’ un vero e proprio grido di allarme, disperazione ed indignazione quello che sale dall’ampia sala dell' Appia Palace Hotel gentilmente messa a disposizione dalla proprietà dell’albergo. In questo quadro spiccano le truffe che molti agricoltori hanno subito: una cifra enorme. Per questo il Tavolo Verde ha fissato un incontro con Procura della Repubblica e Forze dell’Ordine per tentare di contrastare il fenomeno che invece avrebbe bisogno di un duro intervento legislativo. Gli assegni scoperti sono diventati quasi una regola e le Banche non svolgono la loro funzione di tutela del cliente, allungando i tempi di riscossione e di valuta. E’ assurdo che vadano in galera ladri di arance - ha detto Paolo Rubino - e gente che ha truffato centinaia di migliaia di € sia in giro a piede libero.
In questo quadro anche 3.000€ di contributi personali all’anno sono troppi con i prezzi imposti da chi controlla il mercato. Un imprenditore agricolo non può contrattare quando ha i suoi frutti
appesi: è costretto a vendere. Allo stesso modo è costretto a produrre perché la politica in questi anni di fatto ha abbandonato la categoria al suo destino, non prospettandogli nessuna alternativa concreta. Quali le risposte allora? E’ l’Assessore Regionale Russo che tira le conclusioni: costringere il Governo a far diventare strutturale la riduzione dei contributi a 7 € come avviene per altre nazioni, organizzare la filiera in modo da imparare a commercializzare, non rinunciare alla sperimentazione ed alla qualità. Utilizzare la massa dei finanziamenti europei per progetti che rendano concorrenziale l’agricoltura pugliese. E non per progetti che hanno il solo fine del finanziamento. Ma lo incalza Paolo Rubino: fare in modo che i Bandi Regionali si incrocino con i bisogni delle aziende, pena la perdita dei finanziamenti. Russo raccoglie e rilancia con una stoccata al Governo in carica: alle riunioni della Conferenza degli Assessori Regionali all’Agricoltura di cui sono Presidente vogliamo il Ministro Zaia e non il sottosegretario di sempre che ascolta ma non prende impegni. Primo fra tutti quello di inibire per sempre l’aumento dei contributi previdenziali. Dai quali dovrebbe - dice il Tavolo Verde - essere scorporata la quota relativa all’assistenza.
Quello che si è fatto con le quote latte per il Nord lo si deve ripetere con i contributi per il Sud. Le ciambelle di salvataggio per banche e imprese dell’auto devono essere lanciate anche per l’agricoltura. Il cui beneficio occupazionale ed ambientale è ancora immenso.

AGRICOLTURA SCENARIO:

La Puglia e le altre regioni meridionali dicono così addio ad un bella percentuale di reddito abbandonando l’agricoltura. Mentre i mercati esteri sono resi sempre più inaccessibili dai prezzi capestro imposti dalla filiera che si sviluppa dal campo allo scaffale del supermercato o del fruttivendolo. Una filiera che vede il produttore/coltivatore prendere la minima parte del costo finale dei suoi prodotti. Mentre anticipa capitali, lavoro, terreni ed attrezzature. Il suo impegno di un anno contro quello di pochi giorni di chi controlla la filiera. Una lunga catena fatta da mediatori, imballatori e responsabili di centri d’acquisto di catene commerciali e mercati all’ingrosso. Con i trasformatori colpevoli di sofisticazioni ed alterazioni di ogni tipo.

di Nicola Natale