Dario Franceschini, vicesegretario del Pd, parla di «un governo costruito tutto su equilibri di partito, senza personalità esterne e della società civile. E con solo quattro donne non su dodici ministri, come aveva detto il leader Pdl, ma su ventuno. Una totale delusione». Di «un assoluto passo indietro sul fronte delle pari opportunità» parla la senatrice del Pd Vittoria Franco. «Sul fronte della rappresentanza femminile, il Berlusconi IV non è certo un esecutivo innovativo. Il numero delle donne è irrilevante, sono quattro e assumono incarichi tradizionalmente più femminili. È un passo indietro anche rispetto a quello che è accaduto per l'elezione degli uffici di Presidenza della Camera e del Senato».
Il capogruppo democratico alla Camera Antonello Soro lamenta «una compagine deludente», sia per l'esigua presenza di donne che per la presenza di «personalità già sperimentate a lungo» ed anche per la mancanza «della sobrietà annunciata: sono infatti 21 i ministri». L'unico ad alzare i toni è Antonio Di Pietro. Parla del rischio che una «dittatura dolce» possa «addormentare le coscienze». E affonda sulla Giustizia: «È un governo formato da elementi deboli per evidenti soluzioni forti che vorrà dettare Berlusconi in splendida solitudine, a cominciare dalla giustizia, di cui è il ministro di fatto».