Maggioranza in affanno per l'ostruzionismo dell'opposizione che è riuscita anche in una manovra di sgambetto al governo su un emendamento minore e per un pelo non ha fatto saltare la seduta per mancanza di numero legale al mattino. Il confronto è infatti su un decreto "milleproroghe" che riguarda argomenti disparati ma nel quale il governo aveva "nascosto" una norma sulle frequenze tv da assegnare che di fatto sanava la situazione delle rete Mediaset in modo da "dribblare" la sentenza di condanna della Corte Europea.
«È un blitz». Così lo definisce la ministro-ombra delle Comunicazioni del Pd, Giovanna Melandri, conversando con i giornalisti in Transatlantico prima che in aula inizi la discussione. La scelta del governo di inserire quell'emendamento nel primo decreto legge da far passare «dimostra una strana fretta». E la Melandri annuncia che «il Pd farà ostruzionismo sia alla Camera che al Senato». La battaglia iniziata da Antonio Di Pietro la settimana scorsa ora coinvolge anche tutto il Partito democratico.
La maggioranza e il governo si trovano spiazzati. Già per un soffio non cadono in un primo trabocchetto sull'appello nominale per l'avvio della seduta. L'opposizione esce. E mancano 10 deputati del Pdl. La maggioranza non cade solo perché l'Udc, mantenendo la sua presenza nell'Emiciclo, garantisce il quorum necessario per la validità del voto. In più i 14 interventi già programmati dall'Idv per fare ostruzionismo non possono essere conteggiati assenti. Il capogruppo Fabrizio Cicchitto e il suo vice Maurizio Lupi si mettono a verificare chi sono gli assenti. Si prende tempo.
Nel frattempo il vicepresidente dei deputati del Popolo della Libertà, Italo Bocchino esprime tutta la sua amarezza nel constatare le difficoltà inaspettate. Accusa l'opposizione di paralizzare di fatto il Parlamento non permettendo all'Assemblea di occuparsi del pacchetto sicurezza, dell'emergenza rifiuti, dei provvedimenti fiscali. Come se fosse colpa dell'opposizione di aver introdotto la norma "salva-Rete4" nelle prime decisioni dell'esecutivo.
«L'opposizione - protesa Bocchino - disattende quanto detto in campagna elettorale quando ci aveva parlato di cambio registro, di dialogo, e di fine dell'anti berlusconismo che tanti danni ha creato alla sinistra». Quindi ha il coraggio di accusare l'opposizione «che ancora una volta fa battaglie personali e non pensa al bene del Paese».Ma poi il governo annuncia che ripresenterà il cosiddetto emendamento "salva Rete 4" sulla base di una nuova formulazione. Lo annuncia in aula a Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito. La seduta alla Camera viene quindi sospesa per riprendere alle ore 15. Ma modifiche sostanziali non se ne vedono. E l'opposizione mette a segno un altro sgambetto.
L'emendamento respinto riguardava una parte minore del dispositivo, su «norme a tutela della fauna selvatica», che è stato bocciato con 240 voti contrari e 238 sì, quindi per due voti di scarto.
L'opposizione, a sorpresa, dopo la votazione dell'emendamento precedente non ha fatto dichiarazioni di voto. Lo scrutinio è quindi avvenuto a brevissima distanza dal precedente, prendendo alla sprovvista i deputati di maggioranza che pensavano sarebbe passato più tempo e in parte avevano lasciato l'aula. Dalla mattina è stata questa la quarta votazione che la maggioranza è riuscita a fare la Camera, alle prese con l'ostruzionismo dell'opposizione. Restano una quarantina di voti prima di concludere gli emendamenti sul decreto “milleproroghe” che contiene anche la contestata convenzione Anas-Autostrade per l'Italia e, ultimo, l’ancor più contestato articolo aggiuntivo sulla tv digitale terrestre: la cosiddetta norma “salva- Rete 4”.
Il governo ha annunciato che il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle comunicazioni, Paolo Romani sta lavorando con i tecnici a recepire delle proposte dell'opposizione per migliorare la norma. Ma intanto il Pdl si vendica e dice «no a Leoluca Orlando e ad un esponente dell'Italia dei valori alla commissione permanete di Vigilanza Rai. Per il capogruppo Cicchitto l'opposizione deve proporre «un nome come Castagnetti e Migliavacca». Se no, niente.
L'Idv perciò chiede formalmente un colloquio con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Siamo in un'emergenza democratica, il primo atto del presidente del Consiglio tende a salvare la sua azienda non dai comunisti ma dalle decisioni dell'Unione europea», denuncia Massimo Donadi capogruppo dell'Idv alla Camera. E Giuseppe Giulietti invita il Pd a bloccare per protesta verso il veto a Orlando il rinnovo del Cda Rai.