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03 maggio 2008

VELTRONI A BERLUSCONI : «META' ITALIA NON E' CON TE»



Non si fanno passi indietro e non servono semplificazioni nell’analisi del voto. Ora il Partito democratico dovrà rafforzarsi e radicarsi nel territorio.

È molto determinato il segretario del Pd, Walter Veltroni e rilancia il suo progetto, intervenendo quasi a sorpresa al 23° Congresso delle Acli in corso a Roma. Accoglienza calorosa per il leader del Pd che sceglie il podio delle Acli per rafforzare il filo del dialogo con la società civile e con l’associazionismo cattolico, indicando il terreno comune dei valori, delle libertà, della solidarietà sociale per contrastare chiusure ed egoismi, conflitti e diseguaglianze, resi più drammatici dalla globalizzazione. Si rivolge anche alla politica Veltroni.
«Il PD deve prendere le sue decisioni non facendo riferimento alle sedi e ai luoghi tradizionali, ma valorizzando di più coloro che hanno scelto di aderire al Partito democratico con le primarie, gli eletti, i sindaci, presidenti di Province, presidente di Regione, coloro che lavorano all'interno delle Istituzioni, coloro che sono dentro le associazioni e dentro i movimenti». Parole che suonano come la decisione di superare la pratica del «caminetto», delle decisioni prese dai maggiorenti del partito .
Che la situazione sia tutt’altro che semplice lo ricorda al prossimo premier, Berlusconi. «Chi avesse interpretato il risultato del voto come una specie di onda che tutto deve travolgere ed unificare sbaglierebbe» ha sottolineato Veltroni: «Perché si deve ricordare che al Senato il 47% degli italiani non ha votato per coloro che governeranno. Dimenticarsi di questo significa non valutare che questo Paese è diviso a metà». «Nulla è dato per sempre - sottolinea - né la posizione di chi ha vinto, né la posizione di chi ha perso, la società moderna è anche dal punto di vista politico-elettorale molto mobile». Veltroni lancia un segnale alle altre forze di opposizione, in particolare all’Udc di Casini che nel suo intervento all’assise, aveva assicurato un’opposizione «pragmatica e repubblicana» al governo Berlusconi, «attenta ai contenuti e pronta a sostenere e incalzare l’esecutivo su provvedimenti utili». «Con queste diverse opposizioni dovremo avere un rapporto corretto e aumentare le occasioni di incontro» è il messaggio di Veltroni che ricorda come le vicepresidenze possano essere assegnate all’Udc e al Pd alla Camera (circolano i nomi di Buttiglione e Bindi) e una all’Idv al Senato. Veltroni ha ricordato a Casini , come su principi come l'autonomia della magistratura e la libertà di informazione gli sarà difficile trovare intese con il futuro governo.
Intanto la PDL si dimostra sempre più un cartello elettorale che un partito vero .Questo perchè:
  • Fini che parla della vittoria romana come di una “pagina storica per Alleanza Nazionale

  • Lo stesso Berlusconi rivendicava il ruolo di Forza Italia nella vittoria capitolina: "è stata una bella vittoria di An, ma anche di Forza Italia e mia, che ho fatto una decina di interviste".
  • Gianfranco Rotondi in anticipo sulle consultazioni del Quirinale che tuona: "Senza una presenza del partito (la DC per le Autonomie non il PDL ndr ) in Consiglio dei ministri restiamo fuori dal governo e da tutti gli incarichi parlamentari"

  • i vertici di AN in Molise sono subbuglio per la decisione di Berlusconi di scegliere il Molise come regione in cui essere eletto a discapito di un loro candidato , Quintino Pallante.

da questi brevi stralci si vede quanto sia coesa la PDL .